Il castello di Cly è aperto al pubblico da settembre a giugno su appuntamento (320 4369898); dal 1° luglio al 31 agosto, dal martedì alla domenica, con orario 10-12.30 (ultima visita h. 12) e 14.30-18 (ultima visita h. 17.30).
Il castello di Cly appartiene alla tipologia di castelli valdostani definita primitiva. La caratteristica di questo tipo di castelli è di avere una torre centrale quadrangolare contornata da una cinta muraria. Si tratta perciò di una struttura molto semplice, generalmente posta su di un poggio elevato per sfruttarne le caratteristiche difensive naturali. A Cly questo è molto evidente, dato che tutti i lati della collinetta su cui si trova il castello presentano delle difficoltà di accesso all’eventuale assalitore e la posizione stessa del rilievo permette il controllo della piana sottostante praticamente da Aosta a Saint-Vincent
Dalle analisi dendrocronologiche eseguite su legni ritrovati nella torre si è potuto ricavare una datazione che fa risalire la costruzione intorno al 1027, ponendo Cly tra i castelli più antichi tra quelli che sono stati datati con questo sistema. Nella documentazione tuttavia il castello non entra che alcuni secoli dopo ed in modo sporadico. Solo partire dall’anno 1376, quando la fortificazione entra a far parte del dominio diretto del conte di Savoia, dei conti del castellano ci informano sulla consistenza del castello e sugli interventi che vi sono eseguiti. Si tratta in alcuni casi di lavori di grande portata che comportano spese ingenti per riparazione di murature, rifacimenti di tetti.
Tra le spese più frequenti sono da ricordare quelle per portare l’acqua corrente nella costruzione. Il liquido veniva prelevato nella collina a monte del castello e trasferito con condotte a pressione in legno direttamente all’interno della cinta.
Il castello può essere diviso in due parti principali. Quella occidentale non ha mai ospitato delle costruzioni, ma semplicemente era costituita da un recinto in cui avrebbe potuto rifugiarsi la popolazione della signoria in caso di attacco nemico. Il settore orientale-meridionale invece vedeva elevarsi all’inizio le stalle con le costruzioni accessorie, quindi una grande sala, infine, verso il borgo di Chambave, le vere e proprie stanze di abitazione del personale e del castellano.
Al centro della fortificazione, quasi a contatto con il torrione principale, era collocata la cappella. Questa era decorata con affreschi di almeno tre epoche diverse, distribuite tra il tredicesimo ed il quattordicesimo secolo. Della decorazione ormai non sussistono che pochissimi resti. Tutto il resto, è scomparso sia per opera del tempo, sia per l’azione di mani vandaliche che hanno strappato quanto era ancora conservato sulle pareti.
Le famiglie
La prima famiglia a risultare nella documentazione come proprietaria del castello è quella degli Challant, dalla quale si divise una branca che prese il nome di Cly. I rappresentanti di quest’ultima conservarono, tra alterne vicende, la proprietà sulla fortificazione sino al 1376. In quell’anno i Savoia, che avevano già tentato di impossessarsi del castello una ventina di anni prima, decisero di occuparlo definitivamente. Costoro, che avevano voluto il castello per garantirsi la supremazia sulla Valle d’Aosta conquistando delle piazzeforti strategiche nella valle centrale, lo gestirono direttamente per poco più di due secoli. In seguito lo cedettero a diverse famiglie che, poco alla volta, lasciarono che la struttura andasse in declino, sino al completo abbandono attuale.
Solo all’inizio del ventesimo secolo lo storico valdostano Tancredi Tibaldi, allora sindaco di Saint-Denis, acquistò la costruzione per conto del comune che ne è ancora proprietario.